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di Franco Turigliatto
Quanto sta avvenendo in questi giorni, con le mobilitazioni e le “sollevazioni” dei cosiddetti “forconi”, indica che stiamo entrando in una nuova fase della crisi economica e sociale nel nostro paese. A mobilitarsi sono settori di piccola e medio-piccola borghesia colpita a fondo dalla crisi nei suoi interessi e nei suoi redditi: commercianti, ambulanti, artigiani, camionisti, a cui si sono aggiunti altre frange sociali popolari più o meno marginali, compresi giovani delle periferie cittadine, disoccupati ed anche studenti. Questi fenomeni sono particolarmente evidenti e conflittuali a Torino, la vecchia città operaia e fordista, che al di là della nuova vetrina turistica dei palazzi del centro, è in una fase di grande impoverimento e di smottamento sociale.
La crisi e la piccola borghesia
Questi settori di piccola e medio-piccola borghesia hanno goduto per molti anni, di una relativa tranquillità ed agiatezza (per qualcuno anche realizzata tramite l’elusione e l’evasione fiscale), ma ora, dopo 6 anni di dura crisi economica, le loro certezze economiche e sociali sono rimesse in discussione e per molti si apre una possibile e rapida discesa verso la povertà.
Essi infatti non sono colpiti soltanto dalle dinamiche della crisi economica, ma anche, come la stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini, dalle politiche dell’austerità e del fiscal compact portate avanti dai governi della borghesia.