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martedì 25 marzo 2014

FRANCIA: UNA PRIMA RISPOSTA ALL’AUSTERITÀ DI HOLLANDE

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a_paris_le_18_mars_drIl 18 marzo in Francia c’è stata una prima significativa mobilitazione contro le durissime e inedite (per questo paese) misure di austerità stabilite attraverso un accordo intercorso tra il governo socialista di Hollande, la Confindustria francese (Medef) e alcune organizzazioni sindacali “complici” (CFDT-CFE-CGC-CFTC).
Contro questo patto chiamato “Patto di responsabilità”(Clicca per leggere l’art. sul patto), pur con accenti diversi si sono mosse unitariamente altre organizzazioni sindacali, la CGT, Force Ouvrière, Solidaires e FSU, dando vita a una prima importante giornata di lotta.
Nel frattempo su iniziativa del Front de Gauche e del Nuovo Partito anticapitalista si sta lavorando per una nuova iniziativa di mobilitazione ampia e unitaria il 12 aprile e il 13 aprile contro il governo e la Confindustria e per contrastare le forze di destra sempre più aggressive, che cercano di presentarsi come la sola opposizione alle politiche governative.

giovedì 24 ottobre 2013

FRANCIA, ALTA TENSIONE NEL FRONT DE GAUCHE

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Con il 57 % e 670 voti (contro 500 che si sono pronunciati per una lista del Front de gauche autonoma), i militanti del PCF di Parigi hanno infine deciso a favore di un’alleanza con  il PS di Hollande per le prossime elezioni municipali (primavera 2014, ndt). Già prima con il PS erano stati contrattati per il PCF 13 eletti  (contro gli 8 attuali) e 32 consiglieri nei 20 arrondissement di cui è composta la capitale francese.
di Yvan Lemaitre da http://www.npa2009.org/
FdG DR.previewAnne Hidalgo (vice del sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, numero uno del PS della città e futura candidata socialista a sindaco, ndt) si è dichiaata soddisfatta per questo voto che «prolunga e amplifica la dinamica di azione unitaria dell’Union de la gauche», richiamandosi ai 13 anni di gestione comune PS-PCF. Dal punto di vista del PCF non c’è troppo da stare allegri. Il 57 % è molto al disotto della percentuale del 67% con cui sullo stesso argomento si era pronunciata la direzione federale. Le pressioni e gli ordini della direzione nazionale del partito non sono bastati a convincere e di fatto questa debole maggioranza costituisce una sconfessione della direzione, l’espressione del malcontento contro il governo. La contraddizione tra il discorso del PCF e e la sua politica concreta volta a salvare i propri rappresentanti istituzionali lo mette in una posizione difficile in cui rischia di farsi sottrarre voti sia dal PS che dal PG (Parti de Gauche, di Mélenchon, ndt).