martedì 25 marzo 2014

FRANCIA: UNA PRIMA RISPOSTA ALL’AUSTERITÀ DI HOLLANDE

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a_paris_le_18_mars_drIl 18 marzo in Francia c’è stata una prima significativa mobilitazione contro le durissime e inedite (per questo paese) misure di austerità stabilite attraverso un accordo intercorso tra il governo socialista di Hollande, la Confindustria francese (Medef) e alcune organizzazioni sindacali “complici” (CFDT-CFE-CGC-CFTC).
Contro questo patto chiamato “Patto di responsabilità”(Clicca per leggere l’art. sul patto), pur con accenti diversi si sono mosse unitariamente altre organizzazioni sindacali, la CGT, Force Ouvrière, Solidaires e FSU, dando vita a una prima importante giornata di lotta.
Nel frattempo su iniziativa del Front de Gauche e del Nuovo Partito anticapitalista si sta lavorando per una nuova iniziativa di mobilitazione ampia e unitaria il 12 aprile e il 13 aprile contro il governo e la Confindustria e per contrastare le forze di destra sempre più aggressive, che cercano di presentarsi come la sola opposizione alle politiche governative.

Dal sito dell’NPA francese riprendiamo l’articolo di Robert Pelletier che documenta l’ampiezza della mobilitazione in tutto il paese. (ndr)

Francia,18 marzo – Patto di responsabilità: è no!
Robert Pelletier
A Parigi: 30.000 partecipanti, oltre la metà dei quali sotto le bandiere della CGT e nel consistente spezzone di Force Ouvrière (FO); il resto, distribuito fra “Solidaires” (dinamico) e FSU.
In regione, numerosi cortei avevano sfilato già dal mattino. Ad esempio, 25.000 persone avevano manifestato a Marsiglia, 25.000 a Clermont-Ferrand, dove uno striscione di FO proclamava: “No al patto Hollande, Gattaz e Berger”. A Grenoble, 5.000 manifestanti, con il 50% dei tram e degli autobus fermi. E 5.000 a Le Havre, 1.5000 a Saint-Nazaire, 3.000 a Nizza, 5.000 a Nantes, 1.800 nel Maine-et-Loire, 1.500 ad Angers, 3.000 a Tolone, 2.500 a Rennes, con vistosi slogan “Medef (la Confindustria francese), CFDT, CFDT, collusi”, “No al patto dei ladri”. E, ovunque, cortei di settori consistenti e dinamici della Sanità e degli ospedali.

Un contesto complicato…
Non scontata né abitudinale, questa giornata, convocata dall’intersindacale CGT-FO-FSU e da Solidaires, a pochi giorni di distanza dal primo turno delle elezioni comunali. Tanto più che, proposta da FO, il coinvolgimento della CGT, che ha trascinato al seguito la FSU e poi Solidaires, non è avvenuto senza discussione. Il segretario generale della CGT, Thierry Lepaon, aveva criticato le pressioni di FO su alcune organizzazioni della CGT: “Ammettiamolo, ci preoccupa!”. Ancora il 19 febbraio affermava che questo 18 marzo “non sarà una giornata contro il patto di responsabilità”.
Non scontata questa giornata di mobilitazione, contro il governo di “sinistra”, in una situazione in cui una parte del movimento sindacale si allinea completamente sulla politica governativa. Questo odeggiamento, iniziato già dal 1995 da parte della CFDT, CFE-CGC e della CFTC, ha già contribuito alle difficoltà di mobilitazione contro il Patto sulla competitività e contro l’omonimo Accordo nazionale intercategoriale, nonché contro la riforma pensionistica. Il passaggio armi e bagagli dalla parte del padronato e del potere degli uni, le esitazioni e la propensione degli altri a farsi garanti del dialogo sociale, non facilitano la mobilitazione, anche se la direzione della CGT ha subito la pressione delle richieste di alcuni settori sindacali.

È in strada che questo avverrà!
Questa prima mobilitazione unitaria ha visot esprimersi un ampio rifiuto della politica di Hollande-Ayrault. Tuttavia, sappiamo che da mesi il governo è più sensibile alle dimostrazioni della destra e dei padroni che non a quelle dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani, delle donne o dei disoccupati. Dobbiamo quindi insistere, estendere, radicalizzare la mobilitazione. Per fabbriche, per settori, per regione, occorre costruire il rapporto di forza, moltiplicare interruzioni e scioperi, per opporsi a tutte le conseguenze della politica governativa.
Costruire l’unità nella lotta e preparare il blocco dell’economia: questo 18 marzo non deve dunque restare senza indomani. È il senso dell’appello alla giornata di indignazione di sinistra che ha proposto il Nuovo Partito Anticapitalista (NPA) per il 12 aprile.
L’unità può essere ampia, oltre le firme di personalità, organizzazioni sindacali, politiche, associazioni. Nelle fabbriche, nei quartieri, nelle città, occorre fin d’ora cominciare a costruire ovunque un fronte del rifiuto del Patto di responsabilità, dell’arretramento e della repressione sociale posti in atto da questo governo.

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